La pandemia di influenza A è solo un’operazione commerciale?

La presunta pandemia di influenza A della quale si parla da mesi e che ha portato molti Governi compreso il nostro a investire cifre ingenti in vaccini e strategie di comunicazione è in realtà una mera operazione commerciale. Il durissimo atto d’accusa arriva dall’epidemiologo Tom Jefferson in un’intervista a Medconsumers.

A riprova della sua tesi Jefferson usa un esempio concreto: Australia e Oceania e l’intero sud del mondo hanno appena passato un intero inverno all’insegna dell’influenza A – con tantissimi casi, prime pagine dei giornali monopolizzate, panico tra la popolazione – senza vaccino contro il virus H1N1.

Ma il bilancio appare molto meno grave rispetto alle previsioni apocalittiche pre-pandemia: A fronte di una popolazione di circa 22 milioni di persone, e di un’attesa di almeno 6.000 morti alla fine dell’inverno, in Australia sono state circa 131 quelle associate al virus, spiega un documento ufficiale dell’Health Protection Service Australiano del 16 settembre 2009. Commenta Jefferson, della Cochrane Collaboration: “Si può concludere che il virus H1N1 non è così minaccioso come lo si è voluto dipingere. E se l’Australia sia andata incontro ad una pandemia o no merita un approfondimento. Questo perché, sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la definizione di pandemia è cambiata a far data dal mese di maggio 2009. La versione precedente definiva pandemia come: “Una pandemia influenzale si verifica quando un nuovo virus influenzale appare in una popolazione umana che non ha immunità, causando epidemie in tutto il mondo con un numero enorme di morti e malattie.” Nel documento sosia che è attualmente presente nel sito web, la definizione di pandemia è cambiata: “Una epidemia di una malattia si verifica quando ci sono più casi rispetto al normale di questa malattia.

Una pandemia è un’epidemia mondiale di una malattia. Una pandemia influenzale si può verificare quando appare un nuovo virus influenzale contro il quale la popolazione umana non ha alcuna immunità “. Questa definizione rende la differenza tra influenza stagionale e pandemia influenzale discutibile. Mi chiedo se questo significa che il mondo si troverà sempre ad essere in una condizione di pandemia. Il mondo dovrà sempre essere doppiamente vaccinato e spendere una quantità enorme di denaro per i vaccini e, naturalmente, per i farmaci antivirali.

Giornalisti e anche altri hanno contattato l’OMS per avere spiegazioni sul perché del cambiamento di definizione; a tutti è sempre stato detto che sarebbero stati ricontattati da qualcuno, ma questo non accade mai”.

Fonte: Napoli M. Perché il virus H1N1 non è una grave minaccia. Medconsumers 24/09/2009

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Aggiornamenti Febbre Suina – Messico – Riviera Maya 4

Influenza «suina» o di tipo «A», o ancora «H1N1». Comunque lo si chiami, il virus che per qualche giorno sembrava aver terrorizzato il mondo, ora sembra fare molta paura in meno. Il contagio è calato in Messico, dove si torna a vivere normalmente. Oggi riapriranno tutti i luoghi pubblici, dai cinema agli stadi. Intanto in Canada si è “sequenziato” il genoma del virus: un passo avanti verso il vaccino. In Italia rallenta la diffusione, mentre continua a diffondersi lentamente in Europa e Usa. Ora, a fare paura, sono le conseguenze commerciali dell’epidemia con blocchi alle importazioni che rischiano di mettere in ginocchio economie già rese fragili dalla crisi.

IL MESSICO TORNA ALLA NORMALITA’
Riapriranno oggi a Città del Messico i cinema, teatri, bar e discoteche, chiusi dal 28 aprile scorso a causa della nuova influenza. Lo hanno annunciato le autorità locali, dopo l’abbassamento del livello di allerta sanitaria nella capitale.

IL VACCINO
Comincia a fare meno paura il virus A/H1N1: il Canada ha infatti annunciato di avere effettuato nei suoi laboratori il primo sequenziamento del genoma del virus. Si tratta di un passo avanti importante, soprattutto per quanto concerne la creazione di un vaccino. Un primo lotto, secondo quanto annunciato dall’Oms, potrebbe essere disponibile in 4-6 mesi. Il 14 maggio, un comitato di esperti discuterà, in base alla situazione che verrà a crearsi nei prossimi giorni, la possibilità di chiedere alle aziende produttrici di vaccini di interrompere la produzione di quelli stagionali a favore di vaccini contro il virus dell’influenza A/H1N1.

CASI A QUOTA 1.658
La situazione è comunque monitorata costantemente: gli esperti dell’Oms hanno spiegato che in base alle analisi effettuate fino ad oggi la struttura del virus non è mutata. L’organizzazione mondiale della Sanità ha, comunque, aggiornato al rialzo i casi confermati: al momento sono 1.658 sparsi in 23 Paesi. I morti restano 30.

IN ITALIA SITUAZIONE STABILIZZATA
Anche in Italia la diffusione della Nuova Influenza sembra sotto controllo. «La situazione si è stabilizzata», ha affermato il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio. Ieri non si sono registrati nuovi casi e il bilancio resta fermo ai cinque confermati nei giorni scorsi. «Sicuramente ci saranno altri episodi – ha detto Fazio – ma il fenomeno è in attenuazione. Gli italiani, inoltre, hanno compreso bene che non si tratta di un pericolo imminente e particolarmente grave, sono abbastanza tranquillo anche se proseguiremo, anche la prossima settimana, gli incontri con l’Unità di emergenza». Il ministero ha ribadito l’invito a non acquistare gli antivirali via internet perché può essere pericoloso. «Non solo vengono venduti a prezzi maggiorati – ha spiegato il sottosegretario – ma possono essere falsi e presentare dei rischi per la salute».

CALA MERCATO CARNE SUINA
Dal canto suo il ministro dell’Agricoltura, Zaia, ha lanciato l’allarme per quanto riguarda il consumo della carne suina. «Si sono contratti i consumi di carne di maiale – ha affermato – e i prezzi sono crollati da 1,50 euro al kg a 1,035. La nostra grande preoccupazione è che in queste ore i suini allevati non sono vendibili, nel senso che commercianti e trasformatori non li ritirano a questi prezzi».

BLOCCHI COMMERCIALI
Mosca ha deciso di chiudere le frontiere alle importazioni spagnole e britanniche di suini e carni: nel 2008 la Spagna ha esportato verso la Russia oltre 112.000 tonnellate di prodotti, mentre Londra si è limitata ad una tonnellata di carne suina, essenzialmente bacon. La Russia è un mercato importante per l’Italia: l’export globale di carni suine e prodotti è passato, secondo i dati europei, da 8.650 tonnellate nel 2007 a 13.133 nel 2008.

L’ANICE STELLATO
La credenza popolare che vede nell’anice stellato una potente arma per prevenire il contagio della febbre suina ha spinto le vendite di questo aroma molto usato nella cucina orientale di Cina e Vietnam. A Pechino e Shanghai e in altre grandi città cinesi il prezzo dell’anice stellato è quasi raddoppiato.

07 maggio 2009 – L’Unità

Influenza suina: diminuiscono i casi di contagio in Messico


da Internationalia.net

“La situazione continua a evolversi rapidamente”: inizia così la nota diffusa ieri sera dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) sulla influenza suina provocata da infezioni del virus A/H1N1.

Nonostante le cifre in circolazione sui media di mezzo mondo e le nuove notizie di casi e di presunti contagi in varie zone del pianeta, dalle Americhe alla Nuova Zelanda, i dati ufficiali e confermati diffusi dall’Oms sembrano ridimensionare la terribile minaccia di pandemia paventata da molti mezzi di informazione.

“Il governo degli Stati Uniti ha riportato 64 casi di infezione umana da virus H1N1 e nessun decesso. Il Messico 26 casi confermati e sette morti” si legge nella nota dell’Oms, la quale precisa che anche Canada (6), Nuova Zelanda (3), Regno Unito (2), Israele (2) e Spagna (2) hanno riportato casi accertati ma nessun decesso.

Cifre e numeri che hanno convinto l’Oms a non elevare il livello di allerta internazionale, ancora fermo a 4 su una scala di sei.

L’Organizzazione sanitaria planetaria ha anche ricordato che chiusura dei confini e restrizioni ai viaggi non hanno alcun senso per contrastare l’infezione.

L’Oms precisa inoltre che anche se casi di infezione si sono diffusi in una serie di paesi diversi, solo in Messico l’influenza suina ha fatto registrare “livelli sostenuti di infezioni da persona a persona”.

In Messico intanto…

Anche il ministero della Sanità messicano ha precisato che al momento, le analisi di laboratorio hanno confermato solo 26 casi di contagio e sette decessi, sei dei quali avvenuti nel quartiere di Tlalpan, l’ultima periferia rurale nell’area sud-occidentale della capitale Città del Messico.

Riguardo ai casi sospetti, e che potrebbero essere relativi a complicazioni di normali influenze, il ministero riferisce di 2.498 persone e 159 decessi.

Precisando che la maggior parte dei casi riguarda il Distretto Federale, ovvero l’area della capitale messicana dove vivono quasi 30 milioni di persone con alcuni quartieri poveri dalle precarie condizioni igieniche sanitarie, il ministero ha anche evidenziato che “i casi stanno diminuendo” e che dal 25 aprile in poi si è notato un calo nell’ospedalizzazione di casi sospetti.

Aggiornamenti Febbre Suina – Messico – Riviera Maya 3

Diffuso il 28.04.2009.

Nelle ultime settimane si è registrato in Messico un aumento di casi di influenza acuta, identificata come “influenza suina”. Alla luce dei nuovi focolai che hanno interessato anche quegli Stati del Messico che fino al 27 aprile risultavano apparentemente immuni dal fenomeno ed anche dal livello di allerta dell’OMS, si sconsigliano fino a nuovo avviso viaggi in tutto il territorio della Repubblica Messicana che non siano strettamente necessari.

Per evitare il contagio è stato raccomandato alla popolazione di evitare la frequentazione di luoghi pubblici, di avere particolare attenzione nella cura dell’igiene personale e di rivolgersi alle strutture sanitarie locali in presenza di sintomi influenzali. Si raccomanda pertanto a coloro che intendano recarsi nel Paese di attenersi alle indicazioni diffuse dalle Autorità locali.

Per i consigli ai viaggiatori da e per i Paesi interessati dalla malattia si veda la sezione FOCUS. Per ulteriori informazione sull’influenza suina si può consultare anche il sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): www.who.int/en.

Per eventuali necessità  si può contattare l’Ambasciata d’Italia a Città del Messico ai seguenti numeri:
(0052) 55 55964493 durante l’orario di Ufficio dalle ore 9.00 alle 16.30
Cellulare di reperibilità  00521 55 54372596.

Influenza suina: torna l’effetto Aviaria? tra panico mediatico e medicinali

da Internationalia

Col passare delle ore presunti casi di influenza suina, o porcina come la definiscono alcuni, vengono segnalati in continuazione da ogni angolo del pianeta: dalla Spagna, alla Francia, dall’Italia a Israele, all’Asia.

Non è ancora chiaro se e in che modalità questo nuovo ceppo di influenza si possa trasmettere da uomo a uomo (per il momento gli esperti sostengono sia avvenuto solo in un numero limitato di casi e con contatti fisici molto stretti).

Quel che appare certo, secondo i parametri diffusi dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), è che a fronte di un alto tasso di contagio il tasso di mortalità di questa nuova influenza è molto basso e varia dall’1% al 4%.

Nonostante ciò, come accaduto per l’influenza Aviaria, l’Oms ha lanciato l’allarme e ha ricordato che esiste il rischio di una pandemia.

Un allarme amplificato dai media internazionali e che al momento sembra aver avuto solo la conseguenza di creare allarme tra la popolazione.

Salgono le azioni delle case farmaceutiche

In attesa che il virus e la nuova influenza vengano studiati e compresi a fondo (oltre al fatto che vengano verificati da un punto di vista diagnostico quanti dei casi annunciati in queste ore siano realmente casi di influenza suina), però, l’allarme di queste ore ha provocato anche un’altra conseguenza già registrata in passato: l’impennata delle azioni delle grandi multinazionali farmaceutiche.

La minaccia di una nuova pandemia influenzale di origine animale ha portato due dei giganti del settore farmaceutico, la svizzera Roche Holding e la britannica GlaxoSmithKline a registrare, rispettivamente, una crescita delle proprie azioni del 4% e del 3%, crescita che, secondo gli esperti, è destinata ad aumentare col passare delle ore e il diffondersi dei timori alimentati dai media.

Le due aziende producono infatti due medicinali antiinfluenzali, il Tamiflu della Roche e il Relenza della Glaxo, che (come accadde per l’aviaria) potrebbero essere acquistati in grandi quantità per far fronte alla nuova, presunta, minaccia.

L’azienda farmaceutica australiana Biota Holdings, che ha inventato il Relenza, la cui licenza è stata successivamente venduta alla Glaxo, ha visto oggi crescere le sue azioni sul mercato di ben l’82%.

Replica dell’effetto aviaria?

Tra il 2006 e il 2007, dopo mesi che l’allarme aviaria aveva provocato una sorta di isteria planetaria, la Roche ha venduta ai governi di tutto il pianeta oltre 3,5 miliardi di dollari del proprio Tamiflu.

È bene sottolineare che anche con l’aviaria, come oggi con la suina, l’Oms aveva parlato di rischio pandemia.

Un rischio pandemia, quello dell’aviaria, che l’Oms conferma anche oggi, nonostante i casi verificati sono ormai pochissimi.

Un rischio che, è bene ricordare, è soprattutto teorico e scientifico, dal momento che dal 2003 ad oggi l’aviaria ha provocato, secondo i dati della stessa Organizzazione mondiale della Sanità, 421 contagi e 257 morti.

Poco più di 250 morti in sei anni, ovvero poco oltre 40 morti all’anno in tutto il pianeta.